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Videodipendenza sintomi e rimedi

11/01/2018
dipendenza da videogiochi

dipendenza da videogiochiNota anche con il nome di videomania, la videodipendenza consiste nell'utilizzo dei videogiochi in modo prolungato nel tempo: si tratta di un videoabuso vero e proprio, vale a dire un comportamento che non viene tenuto sotto controllo sotto il profilo quantitativo e che, non di rado, può essere considerato il preludio di altri rischi derivanti dai videogame.

La videodipendenza si caratterizza per una sequenza di condotte disturbate, come per esempio la sedentarietà, che possono essere alla base di ulteriori problematiche, non ultima l'obesità. La cosiddetta videofissazione è contraddistinta, in particolare, da un'esposizione a un videogioco protratta nel tempo, senza che vi sia spazio per alcuna pausa, spesso in silenzio e in una camera poco illuminata.

Un rimedio possibile per la videodipendenza può essere individuato nella psicologia psicodinamica, che permette di intervenire sui fattori che inducono ragazzi e adulti a chiudersi in casa davanti alla tv, a un videogame o al computer, per navigare sui social network o per fruire di contenuti pornografici. Non di rado tali comportamenti sono dovuti al bisogno di sicurezza e di socialità sperimentato dai pazienti: ci si rifugia in un videogame perché allenandosi si diventa più forti e si può vincere, e quindi ci si allontana dai pericoli e dalle difficoltà della vita quotidiana. L'assuefazione ai social, d'altro canto, può tradursi in emicrania, ipersudorazione e tachicardia: sintomi che possono essere curati intervenendo sulle ragioni che li originano.

Gli specialisti di psicoterapia dinamica che vengono chiamati in causa per il trattamento della videodipendenza sono ben consapevoli del fatto che questo problema può dar vita a sintomi di astinenza, tolleranza e craving, esattamente come succede per le dipendenze da alcol o da sostanze stupefacenti. La cosiddetta assuefazione si concretizza nel bisogno di trovarsi sempre davanti al computer o alla console, di essere connessi e di venire appagati da un like su Facebook o da un livello superato nel gioco.

Nel caso in cui non ci si possa dedicare alla propria attività prediletta, invece, subentrano i sintomi di astinenza, sotto forma di disagi molto intensi dal punto di vista fisico e psicologico. Il craving consiste, in particolare, nella presenza di forti impulsi e di pensieri ossessivi. Come avviene per qualsiasi altro tipo di dipendenza, l'uscita da un circolo vizioso di questo tipo non è semplice: per riuscirci, il soggetto è chiamato a consolidare le proprie strutture interne, che nella maggior parte dei casi hanno a che fare con l'autostima. Lo psicoterapeuta dinamico invita il paziente a sostituire le vecchie strategie, che hanno originato la dipendenza, con nuove strategie, destinate a risultare più funzionali.

Ciò vuol dire, tra l'altro, controllare la quantità di tempo che si passa di fronte al video, regolare il suo utilizzo e limitarlo a particolari momenti della giornata. Una soluzione efficace è quella che prevede di dedicarsi ad attività differenti e alternative, tali da equilibrare la solitudine e la noia che spesso innescano la videodipendenza. Lo scopo è quello di imparare a usare il video, evitando di farsi usare. Non si tratta di mettere da parte in maniera assoluta e definitiva i videogame, la tv e i social network, ma di usarli a proprio vantaggio, per ampliare le proprie conoscenze e i propri contatti. Specialmente nei casi più gravi il supporto di una terapia è inevitabile per fare in modo che il soggetto abbandoni la dipendenza.

Stabilire delle regole di comportamento è utile ma non sufficiente: gli atteggiamenti disfunzionali di chi passa giornate intere davanti al video sono sempre la conseguenza e il risultato di disagi più profondi e di problemi che devono essere analizzati e presi in esame, per arrivare a soluzioni efficaci. Gli incontri con gli amici e una corretta gestione del tempo libero sono indispensabili anche per prevenire i problemi di salute che una eccessiva esposizione al video può provocare (mal di testa e disturbi visivi, ma anche nausea, tremori, ansia, e così via). Perdere il controllo di sé stessi è facile, se non si viene aiutati adeguatamente.

Sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’università degli Studi di Torino. Ho conseguito la specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi relazionale presso l’istituto ISIPSE’ di Milano. Ho svolto un Training Psicoanalitico post specializzazione. Sono iscritta all’albo degli Psicologi del Piemonte al n. 8247

Ivana Cerruti

psicologa & psicoterapeuta

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