La tendenza al perfezionismo è diventata ormai una pratica consolidata nella società in cui viviamo, dove ciascuno viene spinto a dare il meglio nelle proprie performance con lo scopo finale di raggiungere traguardi di volta in volta superiori. Il perfezionismo comanda ovunque, nello studio, nel lavoro, nella vita sociale, nella cura del fisico.
Aspirare a maggiori successi dal punto di vista fisico, lavorativo e sociale è del tutto normale e accomuna la maggior parte degli individui.
Tuttavia, la tendenza a ricercare la perfezione in tutto quello che si fa può portare a non essere mai contenti di sé o degli altri e può trasformarsi in un'ossessione che rischia di immobilizzare, di diventare un limite alla produttività e alla creatività invece che un trampolino di lancio per raggiungere i risultati voluti. Il perfezionista è prigioniero, egli “deve”.
Vediamo insieme qual è il significato della perfezione, in cosa consiste il tranello della perfezione e come potersene proteggere o liberare.
Per definizione, la perfezione è una “caratteristica di ciò che è perfetto, lo stato di ciò che è senza difetti”.
Diversamente, dal punto di vista psicologico, la definizione di perfezione si riferisce alla consuetudine di “esigere una performance di qualità maggiore da sé stessi e dagli altri, anche superiore alle reali possibilità”.
Fin quando la ricerca della perfezione vede nell’errore una possibilità di crescita e non si ha paura del giudizio negativo degli altri, questa può essere considerata una ricerca sana e del tutto normale.
La tendenza al perfezionismo diventa invece un problema quando genera ansia e somatizzazione, incertezze, preoccupazione eccessiva di fare degli errori.
Ma come si arriva a tutto questo? Cosa porta a desiderare di raggiungere standard personali oltre i limiti del possibile?
La differenza tra un atteggiamento sano e uno patologico è molto sottile. Impegnarsi al massimo e dare il meglio di sé è un comportamento positivo, cercare la perfezione a tutti i costi invece rischia di essere un limite che può portare a procrastinare ogni iniziativa oltre a causare malessere e disturbi psicologici.
Ecco alcuni aspetti che permettono di riconoscere il perfezionismo patologico.
Il perfezionismo patologico presenta alcune caratteristiche precise che consentono di differenziarlo da quello sano volto alla semplice ricerca di miglioramento.
L’essere in guerra con sé stessi, adottare una forte critica verso la propria condotta, stare perennemente in ansia e sentire l’esigenza di fare sempre di più senza trovare mai soddisfazione, sono soltanto alcuni degli aspetti che permettono di riconoscere il perfezionismo patologico.
Altri aspetti che caratterizzano la condizione sono la sensazione di inadeguatezza e delusione, l’insoddisfazione personale che si prova nonostante i giudizi positivi degli altri, la paura di sbagliare, il timore della disapprovazione, l’organizzazione eccessiva, le regole inflessibili e troppo rigide.
Tali elementi possono aiutare nell’identificare una situazione di perfezionismo patologico, quest’ultimo porta il soggetto a cadere nel tranello della perfezione facendolo diventare vittima di quella ricerca ossessiva di perfezione a cui ha aspirato.
Il tranello della perfezione consiste proprio nel superamento del confine che sta fra perfezionismo sano e patologico, e induce la persona a vivere una vita alla rincorsa di un ideale che non sarà mai raggiungibile del tutto perché irrealistico.
Nell’individuo che cade in questa trappola permane un forte senso di vuoto e frustrazione, che genera sofferenza e che può scatenare la somatizzazione dei disturbi psichici.
L’impossibilità di raggiungere gli standard di eccellenza prefissati viene interpretata come incapacità e fallimento delle proprie performance e non come motivo per crescere. Il soggetto non riesce a valutare che le richieste che fa a sé stesso possono essere irrealizzabili.
Questo modo di pensare inflessibile ed estremo non permette al soggetto di vedere le cose in maniera realistica e di apprezzarle per quello che sono e si basa su una scarsa autostima dell’individuo, che sente la necessità di dimostrare agli altri di valere qualcosa.
Anche l’eccessivo interesse nei confronti del giudizio altrui porta a spingersi oltre i limiti, così da non correre il rischio di ricevere giudizi negativi e non deludere le aspettative altrui.
Fra alcuni disturbi di personalità e il perfezionismo patologico c’è una stretta correlazione, a cominciare da problematiche molto diffuse come l’ansia sociale, i disturbi alimentari, i disturbi depressivi, le difficoltà relazionali e i disturbi ossessivo-compulsivi.
La costante e ossessiva attenzione alle prestazioni, l’eccessiva importanza data alle aspettative altrui e l’esigenza di tenere tutto sotto controllo, infatti, sono alla base di numerosi disturbi psicopatologici.
Per esempio, nel disturbo d’ansia sociale prevale la paura del giudizio altrui, mentre in quello depressivo si manifestano la paura del fallimento e l’incapacità di prendere delle decisioni.
Nei disturbi alimentari, invece, il perfezionismo patologico è legato agli standard fisici che si vogliono raggiungere, spesso irrealistici e troppo elevati rispetto al proprio peso corporeo.
Dall’altro lato, nel disturbo ossessivo-compulsivo, i tratti perfezionistici sono connessi alla paura di commettere errori e di essere giudicati negativamente dagli altri.
Il perfezionismo patologico è un fenomeno molto complesso e radicato nella personalità, che può nascere da un modello esperienziale appreso dove non vi è tolleranza per gli errori, dove domina la critica eccessiva e il valore della persona è legato al raggiungimento di obiettivi il più delle volte irrealistici. Quali indicazioni dare:
Quando il perfezionismo è disfunzionale un percorso psicoterapeutico può permettere alla persona di scoprire gli sfondi socioculturali, le pressioni psicologiche legate alla famiglia, le certezze dolorose di non avere alcun valore, gli accorgimenti compensatori, che costituiscono l’impalcatura della patologia. Al contempo il percorso terapeutico offre la possibilità al soggetto di dare un senso al suo percorso di vita. Il soggetto che soffre di perfezionismo patologico può comprenderne le cause e il senso, ma per farlo ha bisogno di sentire la vicinanza empatica del terapeuta che lo accompagna il tale viaggio.