La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso contraddistinto da una complessità di sintomi che interessano l’umore, il pensiero, le energie e il fisico.
L’umore può essere alto, depresso o normale, intendendo per normale un tono dell’umore adeguato alle situazioni, mentre la depressione è caratterizzata da un tono dell’umore connotato negativamente.
I disturbi depressivi, però, non sono tutti uguali e possono manifestarsi sotto diverse forme che si differenziano in base alle cause, alla gravità dei sintomi e alla durata nel tempo della sintomatologia.
Le più diffuse sono la depressione maggiore (o endogena o grave), la depressione minore (o lieve) e la distimia (forma cronica).
Le alterazioni dell’umore dovute ai disturbi depressivi influiscono negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre, specialmente se sono di grave entità.
In questo articolo vedremo insieme le differenze tra i vari tipi di depressione e come si può aiutare chi soffre di tale disturbo.
La depressione maggiore, detta anche depressione endogena o depressione unipolare, è un disturbo dell’umore molto debilitante caratterizzato da un episodio depressivo in cui sono presenti, per un periodo di almeno due settimane e su base quotidiana, cinque dei seguenti sintomi:
I pazienti affetti da depressione maggiore tendono a pensare di continuo alla loro condizione, vedono il futuro solo in maniera negativa e manifestano notevoli difficoltà nelle decisioni. Essi sono pervasi da una profonda tristezza patologica insensibile a possibili avvenimenti positivi e da pensieri negativi e pessimistici con perdita di interesse verso le attività quotidiane.
In questa forma di depressione il ritmo sonno-veglia è spesso alterato, vi è un calo del desiderio sessuale e un generale rallentamento della motricità. Le funzioni cognitive risultano compromesse. La grande sofferenza psicologica si manifesta anche attraverso una scarsa cura del proprio aspetto e della propria igiene personale.
La depressione maggiore si manifesta anche a livello somatico. Infatti, alcuni soggetti possono somatizzare la depressione accusando sintomi somatici come problemi gastro-intestinali e dolori diffusi in tutto il corpo.
La depressione maggiore richiede l'impiego di terapie farmacologiche, soprattutto nei casi in cui il disturbo si presenti in forma grave. L'approccio farmacologico può essere a volte integrato con la psicoterapia.
La depressione minore è caratterizzata da uno o più periodi di depressione con sintomi depressivi più leggeri rispetto a quelli della depressione maggiore. Fra un episodio depressivo e l’altro le persone con un disturbo depressivo minore presentano uno stato di equilibrio del tono affettivo, cioè dell'umore.
Durante gli episodi depressivi le persone che soffrono di questa condizione manifestano umore triste, notevoli sforzi per svolgere le mansioni quotidiane, un ridotto interesse per il lavoro o per le attività di piacere, sconforto e difficoltà a concentrarsi, autosvalutazione, stanchezza, insonnia o ipersonnia, calo dell’appetito o fame costante. Tali aspetti, tuttavia, non compromettono lo stile di vita.
Uno stato di depressione minore si può diagnosticare anche in presenza di almeno due sintomi fra quelli citati, tranne che per i pensieri suicidi, che in condizioni del genere non si manifestano. Affinché vengano soddisfatti i criteri diagnostici, il soggetto non deve presentare sintomi classificabili come disturbo depressivo maggiore e non deve aver mai vissuto un episodio maniacale.
La distimia, o disturbo depressivo persistente, è un disturbo dell’umore con andamento cronico. I sintomi di questa forma di depressione lieve ma cronica durano almeno due anni e spesso anche per periodi più lunghi.
Diversamente dalla depressione minore, la distimia, proprio perché trattasi di depressione cronica e duratura nel tempo, interferisce con la qualità della vita condotta dal soggetto che ne soffre.
Il paziente affetto dalla distimia tende ad essere autocritico e a lamentarsi costantemente, tanto da non riuscire ad apprezzare i piaceri delle attività quotidiane.
La differenza fra depressione maggiore, depressione minore e distimia è legata soprattutto alla durata dei disturbi, alla loro intensità, alle cause e a quanto questi disturbi interferiscono con la qualità della vita.
Per la depressione maggiore e minore si parla di episodi. Ad esempio, generalmente, un episodio depressivo maggiore dura almeno sei mesi (variando in termini di durata tra i 3 e i 12 mesi). Nella maggior parte dei casi, dopo tale periodo, vi è la remissione del disturbo. Gli episodi di depressione maggiore possono insorgere più volte nell’arco della vita del soggetto, generalmente intorno ai 30/40 anni.
Diversamente, nel caso della distimia non si parla di episodio ma di disturbo, in quanto il senso di malessere e il tono basso dell’umore sono persistenti e continuativi nel tempo. Il disturbo distimico è un disturbo è relativamente frequente può manifestarsi precocemente, intorno ai 20 anni e accompagnare la persona per anni.
La depressione può essere accompagnata anche da sintomi di ansia. Quando ansia e depressione si sovrappongono e convivono si sviluppa un quadro chiamato “disturbo misto ansioso depressivo.” La sindrome ansiosa depressiva può definirsi un disturbo depressivo con presenza di ansia, in particolare, nel disturbo depressivo persistente (o distimia).
La sindrome ansiosa depressiva si esprime con un umore depresso e forti tratti ansiosi. Chi ne soffre può sentirsi infelice, passivo, senza energia e, al contempo, provare ansia, agitazione e inquietudine. Sintomi depressivi possono essere, ad esempio, associati all’ansia da prestazione.
La depressione è un disturbo multiforme e complesso che richiede una terapia personalizzata e tempo per trovare le strategie più adatte alle singole situazioni.
Spesso il disturbo depressivo si affronta sia con una terapia farmacologica sia con una psicoterapia. Lo psichiatra e lo psicoterapeuta lavorano in sinergia per rafforzare gli effetti positivi sul paziente.
Nelle forme più lievi, per uscire dalla depressione, può essere indicata la sola psicoterapia, allo scopo di ridurre i sintomi della malattia e imparare a gestire i momenti più frustranti.
Gestire la depressione lieve senza ricorrere ai farmaci è possibile. La terapia psicodinamica si è rivelata nel corso degli anni una strategia valida.
L’attenzione e la sensibilità del terapeuta è alla base di questa tecnica che tiene conto in modo particolare dell’unicità del paziente e del suo modo personale di esprimere la sofferenza. L’obiettivo della terapia psicodinamica è quello di esplorare i conflitti interni che stanno alla base dei sintomi e di lavorare su di essi.
Grazie al lavoro del terapeuta, i pazienti riescono a comprendere come pensieri, emozioni ed esperienze di vita precoci hanno creato schemi psicologici tali da condurre alla manifestazione del disturbo depressivo.
Oltre a far conoscere ai pazienti le cause che hanno scatenato il disturbo depressivo, la terapia psicodinamica fornisce loro una significativa esperienza relazionale, in cui può avvenire una crescita personale.