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Il test di Rorschach

26/11/2018
test psicologico

Il test di Rorschach è uno strumento di indagine che permette di evidenziare e di comprendere i principali aspetti strutturali della personalità di un soggetto. Il metodo, con le sue tavole poco strutturate, sfrutta il meccanismo inconscio della proiezione facilitando l'accesso ai contenuti del mondo interno.

I soggetti di fronte alle immagini poco strutturate del test tendono a proiettare su di esse il proprio mondo interno fatto di ricordi, di fantasie, di significati personali. Il test di Rorschach è uno dei più importanti strumenti di valutazione della personalità e può essere indicato quando si voglia intraprendere un percorso psicoterapeutico.

Chi si rivolge a uno psicoterapeuta può vedersi proporre questo test allo scopo di evidenziare il funzionamento del pensiero soggettivo, le caratteristiche dell'esame di realtà, le modalità di relazione con sé e con gli altri, l'eventuale presenza di disagi affettivi e di aree conflittuali. Il test di Rorschach non viene utilizzato solo in ambito clinico, ma anche in ambito forense nei contesti peritali laddove sia necessario fare una valutazione approfondita e dettagliata della personalità di un individuo.

Il test di Rorschach è molto utilizzato anche per la semplicità che caratterizza la sua messa in pratica. Si tratta, infatti, di osservare delle particolari macchie di inchiostro riprodotte su 10 tavole e dire al terapeuta tutto ciò che esse fanno venire in mente. Delle 10 tavole, tre sono a colori, due in rosso e nero e cinque in bianco e nero. E' fondamentale che tali tavole non vengano diffuse e non escano dall'ambito degli addetti ai lavori, poiché è indispensabile per il buon uso del test che le risposte dei soggetti siano spontanee e non condizionate da decisioni o riflessioni precedenti.

Il tratto peculiare del test consiste appunto nella risposta istintiva della persona. Può risultare molto controproducente per la persona che deve sottoporsi al test pensare di prepararsi delle risposte in quanto correrebbe il rischio, non conoscendo il metodo di interpretazione del test, di dare di sé un quadro negativo, conflittuale o patologico.

L'esecuzione del test è semplice e non ha un tempo prestabilito, ognuno impiega il tempo che gli è necessario. Il terapeuta mostrerà le tavole una per volta alla persona interessata che dirà cosa le suggerisce ciò che sta vedendo. Le macchie in sé non sono disegni precisi e non rappresentano elementi specifici come già detto: ecco perché si tratta di un test proiettivo. In altri termini, ogni individuo interpreta le macchie a modo proprio e in virtù di tale interpretazione finisce per rivelare le proprie caratteristiche psichiche. Non esistono risposte giuste o sbagliate, ognuno ha le proprie.

Dopo questa prima fase il terapeuta riproporrà le tavole per conoscere le motivazioni che hanno portato la persona a formulare quella specifica risposta e gli chiederà anche di indicare le tavole che ha gradito di più e quelle di meno. Queste motivazioni  e queste scelte sono anch'esse elementi  importanti per l'interpretazione del test così come lo sono il comportamento non verbale del paziente ed il modo con cui si rapporta alle tavole.

Il lavoro successivo di interpretazione del test da parte del terapeuta si basa su un'accurata analisi quantitativa e qualitativa dei dati emersi. A cui si aggiunge una interpretazione psicodinamica dei contenuti delle risposte in relazione alle tavole che le hanno suggerite e alla loro successione.

Il lavoro di interpretazione del test è lungo e delicato e richiede un'approfondita preparazione clinica da parte di chi lo somministra e lo elabora, per questa ragione è sempre opportuno rivolgersi a psicologi e psicoterapeuti  specializzati nel test proiettivo di Rorschach.

Sono laureata in Psicologia con indirizzo clinico presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Padova e in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero di Torino . Ho conseguito la specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica presso l’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica di Torino IPP, un Master in Psicoterapia Bionomica presso il Formist (Scuola di Psicoterapia Bionomia) di Cagliari e sono didatta dell’ICSAT in training autogeno bionomico. Sono iscritta all’albo degli Psicologi al n 169 e all’elenco degli psicoterapeuti della Regione Piemonte.

Anna Ambiveri

psicologa & psicoterapeuta

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