Aspettare un bambino è una situazione del tutto naturale, una condizione fisiologica per il corpo femminile. Per il cucciolo dell'uomo il periodo di formazione all'interno del corpo materno richiede un tempo di gestazione di nove mesi e, nella futura madre, in questi nove mesi avvengono cambiamenti non solo fisiologici, ma anche psicologici. Nessuna donna è madre a priori, l'istinto materno, l'atteggiamento e la disposizione al prendersi cura nascono e si fortificano man mano che la percezione del feto in movimento consolida la consapevolezza che si sarà madre.
L'attesa di un bambino è un tempo importante, un tempo sul quale soffermarsi, un tempo da godere, un tempo speciale, unico, irripetibile. In questo periodo ha inizio per la futura mamma un percorso regressivo alle varie fasi di formazione e crescita. Si avvierà un processo di identificazione fantasmatica prima con l'ovulo, poi con l'embrione ed il feto. La nascita che avverrà al momento del parto sarà duplice, quella di un bimbo e attraverso lui quella di una madre. In questo processo di regressione avviene anche un'identificazione con la propria madre interiore, immagine del materno che si è formata attraverso il rapporto con la propria madre reale. Questo processo identificativo può costituire un nodo difficile là dove l'identificazione con la madre interiore origini un conflitto.
Il primo trimestre di gravidanza dal punto di vista psicologico è dedicato, soprattutto, a trovare nuovi equilibri, poiché l'idea della presenza di un “terzo” può aver smosso le basi di quelli precedenti. Sono comuni i timori relativi alla salute del bambino come le paure per le malattie genetiche e le malformazioni, oltre a quelli legati alla possibilità di perdere il bambino.
Nel secondo trimestre diminuiscono le paure legate ad un possibile aborto spontaneo ed anche quelle legate a malformazioni e/o malattie genetiche grazie anche agli esami diagnostici cui le future mamme possono sottoporsi. Queste condizioni permettono di liberare energia psichica che viene investita nel rapporto fusionale con il feto. Il bambino si muove, esiste realmente ed inizia un dialogo tra madre e bambino fatto di sensazioni, pensieri, emozioni. Prende forma il bambino immaginario portatore di tutte le migliori caratteristiche della famiglia. Questa è una fase molto importante per la relazione futura madre/bambino.
Nel terzo trimestre di gravidanza nascono sentimenti altalenanti tra il desiderio di conoscere finalmente il bambino reale e il non volerlo lasciar andare. Il bambino immaginario inizia a perdere forza, forse come meccanismo di difesa. Alla nascita i due bambini si incontreranno e la madre sa che il divario non potrà essere troppo ampio. La madre si mette nella condizione di proteggere il bambino reale dalle delusioni che il confronto con quello immaginario potrebbe generare.
Alla fine di questo trimestre il parto diventa qualcosa di concreto che si dovrà affrontare e, mentre per molte donne questo è considerato un evento naturale e fisiologico, per altre diventa fonte di ansia con paura del dolore, di possibililacerazioni e della morte propria e/o del bambino. Queste paure sembrano avere le loro radici nell'ambivalenza inconscia tra il desiderio di lasciar andare il bambino con la nascita ed il taglio del cordone ombelicale e il desiderio di tenerlo dentro di sé, come parte di sé.
Il training autogeno per le future mamme può essere appreso individualmente a partire dal 5° - 7° mese di gravidanza. Anche in questo caso vi sono due possibilità di applicazione. La prima è puramente indirizzata agli aspetti fisiologici: rilassamento muscolare, controllo del dolore, respirazione autogena, la seconda riguarda anche gli aspetti emotivi , le fantasie positive e negative che accompagnano le future mamme. Gli incontri possono essere settimanali o quindicinali, della durata di 50 minuti.
Ad iniziare dal 5° mese la futura madre può apprendere il Training Autogeno non solo come preparazione al parto inteso nella sua accezione fisiologica, ma per confrontarsi con le fantasie, i desideri, le paure e le aspettative che l’accompagnano. Il Training Autogeno in questo contesto si arricchirà con immagini e visualizzazioni autogene che faciliteranno la futura mamma ad entrare sempre più in contatto con sé ed il bimbo reale.
Il training autogeno darà alla futura mamma la sicurezza di possedere uno strumento il cui utilizzo dipenderà da se stessa, rendendola autonoma nella gestione degli eventi.