Ad esempio, molto spesso si usa la parola “ossessioni” in modo errato, intendendo ad esempio una fissazione per qualcosa, come ad esempio la musica, lo sport, ecc. Le cosiddette fissazioni non vengono intese come episodi ossessivi anche se il tempo loro dedicato è molto, perché non si tratta di pensieri o azioni sgraditi e, oltre tutto, possono essere sospesi o deviati volontariamente in qualsiasi momento lo si desideri.
E’ importante distinguere le ossessioni dalle ruminazioni, possono sembrare uguali, ma sono due fenomeni ben distinti.
Le ossessioni sono involontarie, escono dal nostro controllo, sono invasive, persistenti e obbligano a mettere in atto degli stratagemmi che hanno la funzione di contenere l’ansia. Ha così origine il disturbo ossessivo compulsivo.
Le ruminazioni avvengono quando pensiamo insistentemente a fatti del passato. Ci chiediamo se abbiamo fatto bene ad agire in un certo modo, a dire quelle cose invece di altre, a come sarebbe potuta andare la situazione se avessimo o non avessimo fatto determinate cose. Tutte queste domande hanno la funzione di analizzare mentalmente una certa situazione per capire se siamo stati all’altezza, si siamo stati adeguati o se abbiamo sbagliato.
Questo atteggiamento può essere molto comune ed è un’azione volontaria che possiamo interrompere spostando altrove il pensiero. A volte il rimuginare diventa cronico e si proietta nel futuro creando scenari soprattutto negativi e ansiogeni. In questo caso si ha un disturbo d’ansia generalizzato che necessita di un trattamento psicologico e medico.
Si parla di ossessioni quando i pensieri, le immagini, gli impulsi riguardano campi specifici. Ad esempio: la contaminazione, cioè la paura di entrare in contatto, direttamente o indirettamente, con sostanze pericolose. Questo richiede di conseguenza l’impulso a volersi lavare frequentemente. Chi invece continua a immaginare che, a causa delle proprie disattenzioni o mancanze, creerà un danno a cose e persone intorno a sé ha un’ossessione di danno e cercherà di tenere tutto sotto il massimo controllo.
Anche la superstizione è qualcosa che condiziona, perché influisce sulle azioni e sui pensieri della propria vita. Chi sviluppa un’ossessione superstiziosa infatti immagina di dover seguire certe regole per neutralizzare eventi negativi. In questi casi viene chiamata in causa perfino un’interpretazione tutta soggettiva della religione, la preghiera e la magia. Altre ossessioni riguardano invece pensieri sessuali, impulsi aggressivi, immagini autolesive (es. gettarsi dalla finestra, uscire di strada con l’auto) o blasfeme.
Si ritiene che non vi sia un’unica causa all’origine delle ossessioni. Studi recenti hanno evidenziato delle concause quali fattori genetici, neurologici, cognitivi ed ambientali.
Chi soffre di ossessioni ha bisogno di un valido supporto per ritrovare il benessere. Di fatto questi pensieri alimentano angoscia e disagio nella persona e i vari rituali e le azioni che si mettono in atto (es. lavarsi frequentemente) servono solo a tranquillizzarsi temporaneamente. Le ossessioni infatti si rinforzano nel tempo e vanno via via ad intensificarsi togliendo spazio vitale ed inglobando in un mondo ansiogeno e riduttivo le persone che ne sono portatrici.
Essendo inserite in un quadro di ansia è importante rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta per diagnosticare correttamente il problema. Secondo alcuni orientamenti le ossessioni vanno gestite, ma non possono scomparire, per altri invece è possibile intervenire in modo risolutivo.